In tal senso, la clinica fornisce un ampio ventaglio di consigli atti ad identificare il mangime commerciale migliore o la dieta casalinga più appropriata per i pazienti: sia in condizioni patologiche che fisiologiche e in base, soprattutto, all'età dei soggetti.
Se, infatti, importanti sono i componenti della dieta, altrettanto lo sono le modalità di somministrazione e gli alimenti da evitare. A tale proposito si consigliano alcune regole elementari per una corretta alimentazione:
- Le dimensioni dello stomaco e il fabbisogno calorico dei soggetti varia con l'età: con la crescita aumenta il primo e diminuisce il secondo. E' buona norma, quindi, somministrare il cibo dilazionandolo durante l'arco della giornata secondo il seguente schema: fino a 3 mesi, in 4 pasti al dì; dai 3 ai 6 mesi, in tre pasti; dai 6 ai 12 mesi, ridurli a 2 e da adulto è consigliato mantenere i due pasti giornalieri, adottandone uno solo se non è possibile diversamente.
- Si consiglia di pesare settimanalmente i propri cuccioli e una volta al mese gli adulti, al fine di adeguare la dose alimentare e di prevenire il rischio dell'obesità, condizione predisponente a molteplici patologie, quali diabete, alterazioni endocrine ed epatiche e muscolo-scheletriche.
- E' buona norma effettuare un eventuale cambiamento alimentare in modo graduale, nell'arco di 7 - 10 giorni (sostituendo in percentuali sempre maggiori il vecchio alimento con il nuovo) in modo da evitare il rischio di disordini all'apparto digerente.
- Non dare mai avanzi della tavola: potrebbe trasformare il nostro amico in un soggetto dai gusti difficili, alterando oltretutto - anche in maniera significativa, il giusto apporto calorico, e causando, come nel caso di ossa, patologie ostruttive all'apparato digerente, che necessitano di terapie medico-chirurgiche.
- Le modalità di somministrazione del cibo sono importantissime al fine di evitare fraintendimenti socio-comportamentali nel gruppo familiare. In natura, infatti, il capo-branco (leggi famiglia) mangia per primo e indisturbato dai componenti gerarchicamente inferiori: il consiglio pertanto è di somministrare la razione al nostro amico dopo il nostro pasto. Per lo stesso motivo è cattiva abitudine dar da mangiare all'animale quando si è seduti a tavola o dalle proprie mani: potrebbe richiederlo insistentemente solo in tali condizioni o addirittura rubarlo dalla tavola o dalle mani. Il cibo non deve diventare, inoltre, merce di scambio o di compensazione dei nostri sensi di colpa: non dare mai cibo come rituali di partenza o rientro a casa.
Un accenno particolare per ciò che riguarda due fenomeni alimentari in costante crescita, sia nell'uomo che negli animali domestici, vogliamo darlo a proposito dell'allergia e dell'intolleranza alimentare. Seppur infatti i sintomi possono essere identici (prurito, arrossamenti cutanei, dimagrimento e diarrea): la prima rappresenta un'esagerata reazione del sistema immunitario nei confronti di alcune particelle alimentari (allergeni), e quindi basta una singola molecola dell'alimento incriminato per scatenare una violenta reazione; mentre nella seconda, il sistema immunitario non è coinvolto, e la gravità dei sintomi è correlata alla quantità dell'ingrediente responsabile assunto (un esempio è l'intolleranza al lattosio). Entrambe necessitano di correzioni dietetiche o dell'assunzione diete particolari.